Una sola è la strada per la felicità, dice il saggio.
Oddio, forse dovevo svoltare prima.

lunedì 20 luglio 2015

VENTAGLIO E PREGIUDIZIO

È presente dalla più remota antichità egizia e asiatica, in seguito perfezionato da giapponesi e cinesi. Fu introdotto in Francia da Caterina De' Medici e diventò l'oggetto favorito di Elisabetta I d'Inghilterra.
Cos’è? Il ventaglio, certo. L'avete indovinato dalla foto, mica dalle informazioni.

Comunque...
Stavo comprando un paio di rotoli di carta crespata al negozio dei cinesi, quando ti vedo questi ventagli a due euro. Siccome I love shopping, mi incuriosisco e ne prendo uno.
Mi siedo al bar con la mia amica durante la pausa pranzo e in un momento di grande accaldamento – a occhio e croce 40 gradi all'ombra – tiro fuori l'attrezzo dalla borsa e comincio a sventolarmi con nonchalance.
«Beh, che novità è questa? – fa lei – non eri contrarissima al ventaglio tu?»
«Beh, sì, ma co' 'sto caldo...» Ci penso un attimo e lo chiudo. «Fa tanto signora eh, dimmi la verità?»
Lei mi guarda e fa il sorrisetto: «Beh, tanto i tuoi cinquant'anni li hai».

Se è per questo sono cinquantuno.
Ah, quindi è così, sono caduta sul ventaglio. Paragonata a mia nonna, praticamente.
Ho cercato di giustificarmi in tutti i modi: caldo anomalo, muoio, pressione bassa, carenza di potassio. E nel frattempo quell'irresistibile piacevole frescolino provocato dall'agitare freneticamente l'oggetto.

Ma sì, forse è ora di sdoganare il ventaglio. Basta con questo stupido tabù. No al razzismo della climatizzazione. Devo smettere di associarlo a mia nonna e visualizzare invece schiavi muscolosi in perizoma che fanno aria a principesse egizie, o cortigiane alla corte del re con parrucche e nei che si arieggiano vezzosamente.
Perché io in borsa mi sa che me lo tengo. All'occorrenza. Carenza di potassio.