Una sola è la strada per la felicità, dice il saggio.
Oddio, forse dovevo svoltare prima.

giovedì 14 aprile 2016

HO FATTO UN VOLO



Ho fatto un volo. 

Non un sogno. Nemmeno un volo pindarico. Proprio un volo, sono caduta per terra.

È successo qualche giorno fa, uscendo da casa di un amico. Prendo l’ascensore, arrivo davanti al portone e mentre mi appresto ad aprirlo, mi rendo conto di non aver premuto il pulsante dell’apertura automatica, posizionato qualche passo prima. E a questo punto, dovendo tornare un po’ indietro, accade qualcosa d’imprevedibile.

Mi cade il blazer che ho in mano, un giacchino di tessuto tra misto seta e viscosa, estremamente scivoloso. Che faccio io? Ci metto subito il piede sinistro sopra. Il piede slitta sul blazer come su di una buccia di banana e istintivamente sollevo in aria anche la gamba destra, creando una sforbiciata di gambe che non saprei mai più ripetere.

Non contenta dell’acrobazia, cerco di parare l’imminente impatto col pavimento allungando il braccio sinistro verso il basso e tentando poco realisticamente di non toccare comunque terra. Parte un inaspettato colpo di reni che mi fa restare accovacciata, sollecitando anche una torsione della gamba destra sulla sinistra e immediatamente una risposta speculare della sinistra. Per dare un’idea, qualcosa di simile al ballo della steppa, quella danza tradizionale russa che si fa accovacciati con le braccia conserte e lanciando le gambe avanti in maniera alternata. Al termine di quest’azione a metà tra la compagnia del Bol’šoj e il circo Togni, cado col sedere per terra.

Prima di accertare i danni fisici verifico quelli morali: mi avrà visto qualcuno? Faccio una rapida carrellata a 360 gradi. Per fortuna no. Non c’è nessuno. Evviva. Evviva evviva. Allora va tutto bene, è tutto a posto. Mi rialzo velocemente e mi accorgo anche di non essermi fatta male. Ancora meglio! Miracolo! Per un attimo mi sento la Carla Fracci dell’androne, ma poi mi sento subito scema e rido. E ridendo tra me e me, perché io mi faccio ridere da sola, apro il portone e finalmente riesco a conquistare l’uscita. E pure tutta intera.