Una sola è la strada per la felicità, dice il saggio.
Oddio, forse dovevo svoltare prima.

sabato 19 maggio 2018

ESPRESSIONI ROMANE USATE IMPROPRIAMENTE DAI NON ROMANI

L’espressione in questione è “sti ca...” (ehm, pudore frutto di un'educazione vecchio stile. Per capire meglio vedere il video in basso).
Qual è il problema? Il problema è che molti non romani la usano in modo sbagliato, sono tutti convinti che significhi un’altra cosa.

Prendo spunto da una nota pubblicità di pavimenti, dove a un certo punto si esclama “Stigatti!” (che è la versione edulcorata della nostra amata espressione), per dire: Accidenti! Accipicchia! Apperò! Super!  Anche molti altri - non romani – la usano con quest’accezione (a occhio e croce soprattutto al nord).

E invece manco per niente. C’è un grande fraintendimento. Per esprimere "Acchipicchia, apperò" noi romani, con la delicatezza verbale che ci contraddistingue, usiamo dire “mej co...” (stesso discorso di prima).

Invece la famosa
“sti ca...” vuol dire: chisseneimporta, mi rimbalza, mi scivola, non mi cale. Voi capite che il significato è completamente un altro. Tra l’altro da noi è usata molto di frequente, anche nelle varianti “ma sti ca...” e "sti grandissimi ca...” ed è considerata una vera e propria filosofia di vita, una forma di distacco dal mondo, un’aspirazione all’ascetismo, diciamo.

Cosa di cui chi vive a Roma ha atavicamente bisogno.

Ecco, spero di aver aperto uno spiraglio verso la corretta comprensione di un modo di dire ormai tanto diffuso. Oh, e se poi qualcuno non interessa, sti ca...