Una sola è la strada per la felicità, dice il saggio.
Oddio, forse dovevo svoltare prima.

giovedì 26 novembre 2015

ATTI EROICI OCCASIONALI CHE TI FANNO SENTIRE WONDERWOMAN

L'episodio che sto per raccontare è accaduto qualche tempo fa, ad agosto di quest'anno, ed è totalmente vero. L'ho raccontato a poche persone, ma adesso che mi torna in mente credo che valga la pena divulgarlo un po' di più.

Siamo circa a metà agosto. Bagagli pronti, tutto predisposto, biglietti lì, documenti là.
Buio, notte, in casa si dorme. La mattina dopo, sul tardi, avevamo il volo per Budapest.

A un certo punto, ancora nel sonno, avverto un rumore sospetto. Sospettissimo. Un rumore di chiavi che girano nella serratura. Rimango al buio e guardo l'orario sulla sveglia: le sei.
Le chiavi stanno girando e io dico a bassa voce: «I ladri». Mentre il marito non si sbilancia e rimane immobile, steso al suo posto (forse non ha capito quello che ho detto, forse l'ha capito, ma non è sicuro di essere sveglio, forse non vuole capire), io in un nanosecondo scatto come una molla, mi alzo e corro in slip e nient'altro verso la porta di casa che proprio in quel momento si sta aprendo. Mi butto di peso sulla porta e con lo slancio della disperazione e della paura riesco a chiudere fuori il malvivente che farfuglia qualcosa tipo «ma... agh... ma...». Mentre sono a terra piegata in due dalle palpitazioni cardiache, e cerco le mie chiavi per bloccare la serratura dall'interno, quello che è fuori sussurra: “Daniela... Daniela... So' papà».

«Papà?!?». Apro. Sì, è mio padre, con un faccia da cane san bernardo a cui hanno appena rubato la botticella da sotto il mento. Piano piano nel frattempo si è materializzato anche il marito.
«Papà, ma che cazzo (sì, l'ho detto) ci fai qui?».
«Venivo a dare da mangiare a Ramon».
Gli avevamo affidato la cura del gatto per i giorni in cui non c'eravamo. 
«Ma sono le sei! Papà, m'è quasi venuto un infarto!!! Sei matto?».
«Pensavo che foste partiti stanotte».

A parte il fatto che anche se fossimo partiti, dove cazzo vai in giro alle sei del mattino di metà agosto – che è ancora buio pesto – a 84 anni? Ma poi chi ti ha detto che partivamo stanotte?
Nessuno. Se l'era sognato.

C'ho messo un po' a riprendermi perché la paura è stata tanta.
Poi, passati lo spavento, la tachicardia e la pressione alta, mi sono rimessa un po' a letto. E dopo, partita per la vacanza a Budapest, sono stata giorni e giorni a ridere ripercorrendo le fasi concitate dell'azione e rivedendomi in slip mentre mi avvento impavida contro l'invasore.

Considerazioni postume.
1. Peso 47 chili e ho la forza di una marmotta in letargo (gli amici della palestra possono confermare), eppure in un momento di pericolo non ho esitato all'azione incosciente. Che coraggio, Wonderdani!
2. Se avessi avuto una pistola probabilmente avrei sparato alla prima ombra che si fosse affacciata dalla porta. E addio papà. Meno male che non ce l'ho (la pistola, dico).

E ora via, più veloce della luce.