Una sola è la strada per la felicità, dice il saggio.
Oddio, forse dovevo svoltare prima.

sabato 13 dicembre 2014

Racconti fatali: STORIA DI BICE, FATA INFELICE

Ero una figlia d'arte. Mio padre era mago alla corte di Re Artù, mia madre una famosa fata delle nevi sui monti della Svizzera.

Alla tenera età di sei secoli fui mandata in un rinomato collegio per fate, dove avrei ricevuto un'educazione degna del mio rango.
Ma non ero felice, lì. Essere buona, gentile, educata, altruista, sorridente, non erano cose che facevano per me.

Durante una lezione di taglio e cucito trasformai il bidello in formichiere. Si rivelò anche un ottimo aspirapolvere.
Feci ingurgitare un potente filtro d'amore alla mia compagna Dolcilia, che s'innamorò perdutamente di una lampada. Durante una notte d'amore morì fulminata.

Mettevo letteralmente sotto i piedi il mio maestro, il mago Zerbino, il quale convocò i miei genitori.
Così mi portarono da un noto stregone, Sigmund Freddy, che mi tenne in analisi per quasi due secoli. La diagnosi fu sconvolgente: io ero una strega.

Come era potuto accadere? Una mutazione genetica? O forse un'avventura della fata delle nevi?
Fui internata in un istituto di rieducazione in Transilvania per essere recuperata e tornare a vivere in Svizzera con mia madre che, nel frattempo, si era risposata con un mago della finanza.

Le cose, però, andarono diversamente. Con l'aiuto del dottor Jeckyll – una persona ambigua, ma di buon cuore – riuscii a scappare insieme a Franky, un altro paziente dell'istituto: un tipo geniale, elettrizzante, con un fisico da fusto.

Vagammo per alcuni anni su una scopa rubata, passando per la Foresta Nera, il Bosco degli Gnomi e New York di notte.

Un giorno, però, Franky ebbe un malore a causa di un'anemia latente.
Cadde dalla scopa e si schiantò al suolo. Io, che non avevo la patente, atterrai sull'Himalaya e fui soccorsa da uno Yeti, del quale mi innamorai.

Fu una tenera storia d'amore. Lui era dolce, comprensivo e molto peloso. Purtroppo durò poco. Due settimane dopo il nostro incontro, mentre cantavo Singing in the rain sulla neve, fui calpestata da un mammut che passava lì per caso.





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