Una sola è la strada per la felicità, dice il saggio.
Oddio, forse dovevo svoltare prima.

giovedì 8 ottobre 2015

VUOTI A PERDERE


Sere fa mi ha chiamato un mio vecchio insegnante di recitazione per chiedermi se ero disponibile a rilasciare un'intervista in merito a un monologo scritto da lui, che io per prima ho recitato trent'anni fa.
Primo pensiero: quale monologo? Secondo: io?!? Ma davvero? Terzo: di che parlava questo monologo? Al quarto pensiero ho realizzato che non mi ricordavo minimamente di questo episodio. Ma proprio zero. Zero carbonella. Lui si è stupito: «Caspita, il vuoto di memoria dovrebbe essere più un problema della mia età (ottant'anni), ma tu...».

Ecco, io di questi buchi nella memoria ne ho tanti. Dimentico facilmente fatti, persone, cose... Non è cattiveria, mi succede. Di negativo c'è che alle cene coi compagni di liceo sono l'unica che non cita aneddoti divertenti dei professori (perché non se li ricorda proprio). Di positivo c'è che dimentico anche quello che effettivamente è meglio dimenticare.

La mia psicologa ipotizza che si possa trattare di un sistema di rimozione che avrei messo in atto proprio per difendermi da brutti ricordi.

E infatti raramente soffro di nostalgia.
Che astuta volpe che sono!
Certo, poi nel calderone finisce un po' di tutto.
E a questo proposito... che stavo a di'?

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