Una sola è la strada per la felicità, dice il saggio.
Oddio, forse dovevo svoltare prima.

sabato 28 dicembre 2019

Lo strano caso dei genitori-attori di Palmanova


Qualche tempo fa sono stata contattata attraverso il mio blog da un certo Sandro Ciroi di Palmanova (nella foto qui sopra, il tipo vestito di verde con quattro braccia), che utilizza le mie pubblicazioni teatrali per bambini. Sarà un insegnante, ho pensato, un animatore teatrale, qualcosa del genere. A un certo punto ho capito che gli spettacoli li mette in scena lui. Allora è un attore di una compagnia di teatro per ragazzi, ho pensato, o un giuggiolone. E invece cosa scopro? Ma facciamoglielo raccontare.


Sandro Ciroi, che cosa hai combinato in quel di Palmanova? A noi puoi dirlo.


Cinque anni fa, figlia numero 1 iniziò l’asilo. Alla riunione iniziale le mamme chiedevano: cosa mangiano? Quando mangiano? Perché mangiano? (Chissà perché tutte quelle domande sul cibo…). Dove dormono? Ma dormono? (Ovvio, con tutto quel cibo!). 

Io ho lasciato sfogare tutti poi ho alzato il dito: «Posso? Ma in questa scuola si fanno le recite di carnevale dei genitori?». Silenzio… forse la gente mi ha preso per pazzo. Ma le maestre mi han detto di sì e così, da quella volta, mi sono preso la briga di prendere in mano l’organizzazione di questo tipo di evento, che, premetto, non ho inventato io ma esisteva già!


È stato difficile coinvolgere gli altri genitori? E come l’hanno presa i bambini?



Io sono sempre stato una persona fortunata. E di conseguenza ho sempre avuto uno zoccolo duro di genitori che mi hanno seguito e che, anzi, sono cresciuti nel tempo. Poi sai, lo facciamo per i bambini! E quale motivo può essere più forte per una mamma o un papà?
I bambini ne sono entusiasti. Ci sono genitori che non ne possono più di rivedere il dvd della recita, o di sentire il cd delle canzoni... e per fortuna, dico, che le canzoni sono belle!

La passione per il teatro è spuntata all’improvviso o covava in te già da tempo?


Nulla nasce per caso. Due cose sono successe: il mio ultimo anno di asilo e le scuole medie. All’asilo in quell’anno, nel mio paese natale (fammelo scrivere, Gonars. Gonârs in friulano), i genitori iniziarono a fare le recite di carnevale per noi bambini, per cui sono cresciuto con questa cosa che i genitori devono fare le recite di carnevale per i bimbi: una sorta di imprinting. 

E un paio di anni fa, al mio vecchio asilo, hanno festeggiato i 35 anni di recite dei genitori! Che dire: straordinario.

Alle medie invece una professoressa di italiano illuminata ci ha fatto fare delle esperienze teatrali e lì ho capito che per me non esiste forma d’arte più diretta e adatta alla mia persona. Lo scorso anno ho rintracciato la prof. e l’ho invitata a vedere il tuo “Il brutto anatroccolo”. 
Anzi, il mio... basato sul tuo testo!




Domande scottanti: dove lo trovate il tempo per fare le prove? E chi vi fornisce la droga? (Ah ah, no, la seconda è uno scherzo eh).

Quali prove? Cosa vuoi che ti dica... Una sera a settimana per 2 mesi, 8-10 prove in tutto e passa la paura. Che ci vuole a imparare 6 canzoni da cantare dal vivo e il testo? (Faccina tipo urlo di Munch).
Questo è una specie di miracolo che accade ogni anno: la passione di questi genitori rende possibili cose altrimenti irrealizzabili. 
Ah, sì... quest’anno ho chiamato una vecchia amica per farle preparare un paio di coreografie: per cui i miei ragazzi hanno anche ballato!


Progetti futuri?

Figlio numero 2 ha davanti a sé ancora due anni di asilo. Quindi sicuramente ancora due recite. Poi qualcuno prenderà il mio posto e porterà avanti il discorso, se vorrà. Tutti utili, nessuno indispensabile.
Però ho fatto una promessa alle mie ex attrici (perché non l’ho detto, ma se non hai i bimbi all’asilo puoi essere chi vuoi che non ti faccio recitare nel mio spettacolo) che mi hanno tormentato e mi tormentano per mettere su una vera compagnia: la promessa è quella di fare un ultimo spettacolo, magari in grande, magari chiamando tutti quelli che hanno recitato in questi anni e vogliono cimentarsi di nuovo. E qui, mi sbilancio, mi piacerebbe fare "Betlehem Anno Zero", uno dei tuoi più bei lavori, che ho già fatto da ragazzo sia come attore che come cantante. Vediamo se ce la facciamo.

Last but not least? Un’ultimissima cosa?

Beh certo che sì: ne avrei di cose da dire… ma devo fare qualche ringraziamento.
A tutti quei genitori che si sono fidati e hanno deciso di seguirmi in questo viaggio. In particolare a quelli che mi hanno aiutato nella preparazione del tutto, non solo della parte teatrale ma anche organizzativa, logistica e scenografica, parimenti importante. 
Alla nonna paterna dei miei bambini... che è la sarta che mi accontenta sempre.
Alle persone che mi hanno regalato da ragazzo queste esperienze teatrali, alla scuola che ci sta vicino e ci incoraggia e all’amministrazione comunale che ci regala per un paio di giorni la magia di un teatro vero tutto per noi.
A te che hai questo stile di scrittura che sento molto affine, e che crei questi lavori magici dalle musiche meravigliose. Questo scrivilo, non temere che questo mio pensiero possa sembrare una marchetta spudorata. Chi ti legge su questo blog lo fa proprio per quel che scrivi e capisce molto bene quello che voglio dire.

D'accordo, io glielo lascio dire, ma precisiamo – per ammortizzare la sviolinata – che le musiche non le scrivo io, collaboro sempre con bravissimi musicisti.
Per chiudere: trovo questa di Sandro e dei genitori di Palmanova un'esperienza davvero bella e incredibilmente interessante sotto vari punti di vista. Dico sempre che i bambini molto piccoli non dovrebbero essere sottoposti all'impegno della recita, specie se è una sorta di "obbligo” dettato dai genitori: in certe situazioni diventa uno strazio. Per tutti.
E quindi, suggerimento ai genitori di bambini dell'asilo: prendiamo esempio! Se avete il coraggio, la recita fatela voi!

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