Una sola è la strada per la felicità, dice il saggio.
Oddio, forse dovevo svoltare prima.

mercoledì 22 febbraio 2017

CRONOMACHIA. Lettera aperta a Franco Battiato

Lo ammetto: faccio parte di quel 99% di donne convinte che “La cura” di Battiato sia stata scritta espressamente per loro.
Il testo effettivamente parla molto chiaro:
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, ma soprattutto dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
Sono proprio io. Per mia natura attiro fallimenti, e non mancano certo dolori, sbalzi d’umore e ossessioni delle mie manie.
Franco, forse ci siamo conosciuti in un’altra vita? Non mi pare che ci abbiano mai presentati. Eppure mi dipingi nei minimi particolari, cogli le sfumature delle mie recondite nevrosi, esplori le offese della mia psiche. Magari siamo entrati in contatto telepaticamente, in forma onirica? Chissà.

Quello che mi commuove di più è il tuo dichiarato intento di superare le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farmi invecchiare. Grazie. Perché tu, caro Franco, mi conosci così bene da sapere che se c’è una cosa che veramente trovo insopportabile, che proprio non riesco a mandare giù, è invecchiare. Inevitabile, d’accordo. Ma insopportabile.
Quando ho compiuto vent’anni mi sono messa a piangere. Al trentesimo compleanno ho cominciato a pensare che la decadenza del corpo sarebbe stata inarrestabile, addio giovinezza e file di uomini davanti il portone (immagine del tutto virtuale). Superati i quaranta, è iniziato uno stato di lotta continua e disperata contro qualsiasi segnale di tipo fisico, fisiologico e mentale dell’invecchiamento, una cronomachia totale e disordinata. Superati i cinquanta... beato te, chi li festeggia più i compleanni?

Se tu conosci davvero questa formula per bloccare tutto, per favore, sbrigati a metterla in pratica, perché la mia estetista fa quello che può, e anche l’osteopata, il kinesiologo, l’omeopata, il ginecologo, il naturopata, l’istruttrice di yoga. Un team di professionisti. Ma per gli interventi risolutivi siamo lontani e il tempo passa senza chiedere il permesso. E non è roba che risolvi col chirurgo plastico, voglio dire… tanto, stai lì a svenarti di soldi e a soffrire sotto i ferri e poi tutti a dirti dietro che pari un canotto.

Ti prego di non vagare troppo per i campi del Tennesse invece di concentrarti sui miei problemi.
Ti salverò da ogni malinconia perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te. 
Oh, Franco, non facciamo scherzi: io ci conto. In questo momento sono confusa e infelice, e scusami se in parte cito anche Carmen.

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