Una sola è la strada per la felicità, dice il saggio.
Oddio, forse dovevo svoltare prima.

domenica 19 febbraio 2017

MALEDETTA MEMORIA CHE VA E VIENE

Avvitò la caffettiera, accese il fornello, mise la caffettiera sul fuoco.
La sera prima aveva mandato giù un flacone e mezzo di valium. Voleva morire, voleva farla finita. In un modo o nell’altro. Ma aveva mangiato la peperonata, e – diamine, avrebbe dovuto pensarci! - i peperoni lui non li digeriva proprio. Ogni volta se lo dimenticava. Maledetta memoria che va e viene.

Aveva vomitato tutto, compreso il valium appena ingurgitato.
Tentativo fallito, quindi. Ma non si dava per vinto, no. Ci avrebbe riprovato.
Il caffè fece appena in tempo a venire su, che la fiamma si spense all’improvviso. Maledetto vento! L’imposta sbatté violentemente: soffiava forte, quella mattina, anche se tutto sommato era una bella giornata di sole. Chiuse la finestra della cucina e in casa tornò la calma.

Versò il caffè nella tazzina, andò in camera da letto trascinando le ciabatte, sorseggiò il caffè lentamente, con gli occhi chiusi. Poi si alzò e andò nel ripostiglio a cercare una corda.
Prese la più grossa che c’era. Se la girò intorno al collo. Ci mise un po’ a fare un nodo decente: mica era un pescatore, lui. Dall’appartamento dei vicini si sentivano le voci allegre dei bambini che scherzavano con il loro cane.

La ragazza del piano di sopra invece aveva già iniziato gli esercizi di pianoforte. Un notturno di Chopin. Alle nove di domenica mattina: ma si può? E comunque tutti in quel palazzo sembravano felici, dannatamente felici. Famiglie, coppie, amici… animali… Lui no. Lui era solo. Maledettamente solo.

Cercò un appiglio per la corda. Niente, in quella casa non c’era neanche un tubo da qualche parte adatto per impiccarsi. O forse non voleva trovarlo. Ma sì, forse aveva ragione il suo analista, non voleva uccidersi veramente. Il suo era solo un gioco che si ripeteva ogni stramaledetta domenica.
In uno scatto d’orgoglio pensò di tagliarsi le vene. In bagno cercò invano una lametta pulita: solo rasoi usa e getta, troppo complicato. Eppure gli sembrava di averle comprate, le lamette. Dove diavolo le aveva messe? Maledetta memoria che va e viene!

Va bene, va bene, d’accordo, non era giornata… e poi ormai stava per passare da lui la signora delle pulizie. Non voleva incontrarla, neanche scambiare una parola con lei, parlava troppo, quella donna, gli faceva venire il nervoso quando cominciava a raccontare della sua famiglia e dei suoi tre bambini.
Cominciava a sentirsi strano, gli girava un po’ la testa, aveva bisogno di prendere aria. Si vestì in fretta, senza lavarsi. Indossò il cappotto pesante, il cappello beige, la sciarpa scozzese. Chiuse la porta di casa, prese l’ascensore e uscì dal palazzo. Da quello stramaledetto palazzo di stramaledetta gente felice.
 
Sì, era proprio una bella giornata di sole e di vento. Attraversò la strada e si diresse verso i giardinetti. Del resto, era lì che dovevano andare a passare la mattinata gli anziani, no? Comprò il giornale, poi voltò l’angolo e individuò una panchina libera. Si sedette, inforcò gli occhiali. Cominciò a leggere la prima pagina.

Improvvisamente un boato assordante squarciò l’aria. Tremò la terra. Tutti lì intorno gridarono e si buttarono giù storditi, spaventati.
Alzò gli occhi verso il punto da cui sembrava fosse arrivato quel tuono terrificante. Una nuvola di fumo grigio e denso si delineò all’orizzonte, sporcando completamente il cielo prima così terso di quella domenica mattina di vento e di sole.
Non era lontano, era successo qualcosa lì vicino, un’esplosione a pochi isolati di distanza. Più o meno in direzione di casa sua.
Si tolse gli occhiali. Cercò di concentrarsi con calma.
Il vento trasportava odore di bruciato e di polvere. Intanto per le strade cominciava a piovere il pietoso e frenetico circo delle sirene di ambulanze, macchine della polizia, vigili del fuoco.
Si rimise gli occhiali. Aprì il giornale sulla pagina centrale. Lo richiuse. Cercò ancora di fare mente locale, tentando di ripercorrere attentamente tutte sue le azioni precedenti. Pensò: ma… l’avrò chiuso il gas, prima di uscire?
Maledetta memoria che va e viene.

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