Una sola è la strada per la felicità, dice il saggio.
Oddio, forse dovevo svoltare prima.

mercoledì 26 novembre 2014

Racconti fatali: ODISSEA DI UNA FORMICA NANA

Olga viveva nel formicaio di un parco, dove tutte le altre formiche la emarginavano perché era nana.
Essendo inabile al trasporto dei chicchi di grano, fu scritturata da un circo come clown.
Là si sentiva molto amata.

La sera, dopo l'ultimo spettacolo, rimaneva a giocare a carte con il domatore di vermi e spesso andava in discoteca con le pulci ballerine.

La carriera artistica le stava dando grandi soddisfazioni.

Olga riusciva a far ridere i girini, le api e persino i bozzoli (un pubblico notoriamente difficile).
Le altre formiche cambiarono atteggiamento verso di lei, acclamandola come una diva.
In poco tempo diventò l'attrattiva principale del circo.
Le processionarie facevano la fila per giorni, pur di andare a vederla.

Un giorno s'innamorò di un pidocchio trapezista e la sua felicità fu completa.
Ma lui beveva e diventava ogni giorno più brutale. Divenne un essere spregevole che, per pagarsi l'alcool, avviò la povera formica nana alla prostituzione.
«Sei una bestia!» gli disse un giorno Olga e lui, per vendicarsi, la abbandonò in mezzo a una stradina e scappò per sempre sulla testa di un bambino dai capelli molto sporchi.

Stanca della vita, Olga vagò disperata per mesi nel parco, percorrendo metri e metri.
Una lumaca dolce e gentile le concesse un passaggio e, saputa la sua storia, volle riportarla nel formicaio.
Passò un mese e un altro ancora.
Quando arrivarono a destinazione, il formicaio non c'era più: il bambino con i capelli molto sporchi lo aveva distrutto con la sua paletta.
La povera formica nana, presa dal panico, cadde dalla lumaca e morì, per giunta schiacciata da una pigna che si era staccata proprio in quel momento da un ramo.




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