Una sola è la strada per la felicità, dice il saggio.
Oddio, forse dovevo svoltare prima.

domenica 30 novembre 2014

Racconti fatali: STORIA DI ARTURO, IL PIDOCCHIO CHE NON SAPEVA AMARE

Tutti i miei compagni lo sapevano: cosa potevo farci?
Sin da quando ero lendine manifestavo un certo disinteresse verso il gentil sesso.
Questo disinteresse si rivelò una vera e propria repulsione quando fui pidocchio adolescente.
Gli altri miei amici frequentavano un casinò sulla testa di un operaio del sud. L'arredamento era molto bello: il colore base era il nero, e la moquette morbidissima.
Ma niente mi stimolava. Me ne stavo solo soletto, dentro un ricciolo, a scrivere poesie.

Quando divenni più grande, la mia insana indolenza si accentuò.
«Un pidocchio come te è solo un parassita per la nostra società» diceva sempre mio padre.
Molte pidocchie, prezzolate dal mio preoccupato genitore, cercarono di tentarmi nella sensualità. Una ninfomane provò a ballare nuda davanti a me la danza del ventre, mentre eravamo in vacanza sulla testa di un bagnino di Rimini, che è il massimo della libidine. Niente, non succedeva niente.

Provai inutilmente a distrarmi con lo sport e per un po' praticai il surf su una scaglia di forfora.
Decisi di andare da uno psicologo, che mi consigliò un periodo di ascesi sul codino di un arancione.
Passai dei giorni bellissimi in contemplazione.

Al mio ritorno nel clan conobbi Rosina, una pidocchia perbene, fragile e sensibile. Il nostro fu un amore platonico.
Presto la lasciai, per non farle del male: lei aveva davanti a sé tutta la vita per prolificare.

Rosina la prese molto male. Si uccise gettandosi dalla testa di un giocatore di basket.

Stetti malissimo, e inoltre la comunità mi emarginò.
Vagai per molti giorni da una testa all'altra, senza meta, senza scopo.
Decisi di farla finita. Entrai in una testa di sterminio, volontariamente.
Fu questione di pochi minuti. Dopo lo shampoo antipediculosi morii e il mio corpo senza vita cadde giù per lo scarico del lavandino.
Spero solo che alla prossima reincarnazione mi vada meglio.





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